DEA è Denise nella vita di tutti i giorni, una ragazza di 26 anni che vive a Milano e fa tante, forse troppe cose. Con la musica cerca di dare sfogo ai suoi pensieri e alle sue passioni. Definisce la sua musica istintiva, sensibile e da ballare, proprio come i suoi lati del carattere. “Times Square” , il suo ultimo brano segue altre due produzioni, “Déjà vu” e “Vicini”, che hanno avuto molto successo. Oggi ci parlerà un po’ di se stessa e della sua musica!
In arte: DEA
Età: 26
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Déjà vu, Vicini, Times Square
Periodo di attività: 2021
Genere musicale: Indie, Electro-pop
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi è DEA nella vita di tutti i giorni?
Ciao! DEA nella vita di tutti i giorni fa tante (troppe) cose. Ho 26 anni e vivo a Milano, faccio la giornalista musicale per Dailynews24 e lavoro nella comunicazione di una multinazionale a Milano. Nel restante tempo, la notte, cerco di dare sfogo ai miei pensieri e alle mie passioni.
In che modo il tuo nome d’arte ti rappresenta e qual è il suo significato?
DEA è nato mentre guidavo, erano giorni che cercavo un nome che potesse rendere giustizia al progetto. Chiamandomi Denise volevo qualcosa che lo ricordasse. Il suo significato è quello conosciuto a tutti e DEA unisce le due sfaccettature della mia personalità; un nome tanto forte e d’impatto quanto fragile e bello (non nel suo senso puramente fisico). Io mi sento un po’ così fragile ma strong!
Quali sono i tuoi primi ricordi legati alla musica e come si è evoluto il tuo rapporto con essa nel tempo?
Il mio rapporto con la musica nasce grazie ai miei genitori che hanno sempre ascoltato moltissima musica italiana e mi hanno trasmesso questa voglia di circondarmi di musica, a casa come durante i viaggi. Io ho sempre cantato come si dice “sotto la doccia” senza pensare che un giorno ci avrei messo la faccia. Da ormai tre anni la musica è diventata parte del mio lavoro avendo avuto l’occasione di lavorare come speaker e come giornalista. Diciamo che sono sempre stata dalla parte di chi la musica la giudica e ora mi trovo io stessa in gioco in un mondo in continuo cambiamento e super competitivo. Da Febbraio 2021 è cominciato il progetto DEA (in realtà l’idea si è sviluppata concretamente durante il primo lockdown) e ad oggi è ancora in fase di evoluzione, ma che spero evolva con me in qualcosa di molto bello.
Pop, elettronica e urban si mescolano alla perfezione nelle tue produzioni. Quali sono i generi e gli artisti da cui ti lasci ispirare?
Questa domanda mi mette un po’ in crisi perché non ho un genere preferito o che ascolto h24. Indubbiamente amo l’urban, il rap, ma anche l’elettronica un po’ chill. Poi sono una romanticona che ama le canzoni tristissime anche quando sono allegra. Ascolto molto i Vancouver Sleep Clinic per la parte chill e tanta musica italiana Marracash, Gazzelle, Coez e molta musica indipendente e nuova. Non esiste un vero filo logico. Penso che la musica sia giusto assaporarla tutta per poi capire come rendere la mia, la miglior versione della mia personalità artistica.
Sei una giornalista, una speaker radiofonica e un’artista, quindi la tua vita gira tutta intorno al mondo creativo/artistico. In che modo questi tre lati del tuo lavoro si intrecciano tra loro?
A tutto questo si aggiunge il mio lavoro nella comunicazione di una multinazionale a Milano. Il bilancio è quello di lavori molto artistici che mi permettono in tutti i casi di esprimermi al meglio senza troppe imposizioni. Il lavoro di giornalista mi ha permesso di essere molto critica nei confronti del mio progetto musicale che unito ad un lavoro di comunicazione ben fatto mi ha permesso di farmi conoscere pian piano. I vari lavori si intrecciano tra loro perché ognuno completa un tassello del mio essere Denise.
Passiamo ora al tuo progetto artistico Dea. Come definiresti il tuo modo di fare musica e in cosa si caratterizza?
Definirei la mia musica istintiva, sensibile e da ballare. Istintiva perché nel mio progetto c’è ragionamento ma più che altro attimi di vita. Non sono il tipo da brano scritto ora che uscirà tra due anni; quando ho un sentimento da tirar fuori deve essere fatto abbastanza velocemente il che potrebbe sembrare “fretta” nel fare le cose ma io la definirei solo “vita”. Sensibile, come me, anche troppo, penso si percepisca dalle parole e da ballare perché le mie sono sad songs ritmate da ballare anche con le lacrime agli occhi. Il progetto nasce da poco, in questo 2021, ed è molto liquido nel senso che non ha imposizioni ed è in continua evoluzione.
Tra le tue ultime release c’è “Times Square”, un pezzo che prosegue il tuo percorso artistico fuori dagli schemi. Come hai lavorato a questo brano?
Questo pezzo è la marcia in più che serviva per far capire che è questa la direzione che voglio che il progetto prenda. Senza Matteo Rizzi dei Forse Danzica questo pezzo non esisterebbe e nemmeno io, qui ora a scrivere questa intervista. Matteo ha prodotto “Times Square” e mi ha aiutato nella scrittura. Sin dalla prima demo aveva centrato il mood di DEA e lavorarci è stato piuttosto semplice e lineare. Sono soddisfatta del risultato finale e non vedo l’ora di farvi sentire le cose che verranno.
In realtà, “Times Square” segue altre due produzioni (“Déjà vu” e “Vicini”) che hanno avuto molto successo. In che modo questi tre brani si susseguono uno con l’altro e quali sono, invece, gli elementi che li differenziano?
I tre brani seguono un po’ la crescita di DEA. L’elemento che più li caratterizza è che le produzioni sono di tre diversi producers. Tutti e tre, Matteo Brioschi, Nnnic e Forse Danzica hanno saputo cogliere il mio mood e rendere i pezzi omogenei al progetto pur restando unici. Io, per quanto riguarda la mia parte di scrittura e interpretazione, penso di essere cresciuta. Mi sento sempre più in gioco e esploro lati di me che voglio far uscire. Penso si senta che “Déjà vu” è un po’ ibrida mentre “Times Square” già più decisa.
Quale sarà l’evoluzione del progetto Dea e, più in generale, dove vorresti arrivare?
L’evoluzione come dicevo prima sta nella mia consapevolezza, nel mio volere osare e distaccarmi dal genere indie piatto ma creare qualcosa un po’ più fuori dagli schemi! Spero di riuscirci! Come dico sempre mi auguro che il progetto possa piacere a sempre più ascoltatori. Non ho una meta a livello di numeri etc. ma spero solo di avere la possibilità di fare buona musica che in primis faccia stare bene a me e mi aiuti a superare momenti difficili.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ascoltatemi, ballando con me se vi va e ricordatevi GOD IS A WOMAN!
Dea for Siloud
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Credits: TakeHitEasy