InTheMusic: Io non sono sabbia, Le rose e il deserto

Non è la prima volta che vi parliamo di Le rose e il deserto. A dare vita a questo progetto, curato nei minimi dettagli, c’è Luca Cassano. Il nome d’arte, così insolito, rimanda alla nascita delle rose del deserto: questo processo rispecchia, in qualche modo, la nascita delle poesie e dei testi di Luca Cassano. Nell’intervista che ci ha rilasciato qualche tempo fa e che vi invitiamo a leggere, Luca ha raccontato molti aspetti del suo percorso nella musica, da come e quando è nata questa sua passione fino ai progetti più recenti.

Un terzo” è indubbiamente un brano molto importante per Le rose e il deserto: oltre ad averne segnato l’esordio, ha anche anticipato l’uscita del suo primo album intitolato “Io non sono sabbia”.

Abbiamo ascoltato a fondo l’intera produzione e la prima sensazione provata è stata quella di sentirsi catapultati in un viaggio nella vita di Luca. Sono presenti molti aspetti della sua vita privata, dal rapporto con il padre alla dedica alla madre e alla nipote, dal legame con la città in cui oggi vive alla nostalgia per la sua terra d’origine, dalla sua realtà a punti di vista più generali. Le tematiche trattate sono coerenti con l’esigenza di Luca di esternare ciò che ha dentro e con la sua voglia di trasmettere emozioni solo grazie ad immagini e suoni. C’è molta consapevolezza dietro l’intero EP. Ascoltando con attenzione i vari brani si può percepire davvero tanto e capire quanto Luca sia andato a fondo nelle tematiche trattate:

  • Sabbia” dà il titolo al progetto ma allo stesso tempo se ne distacca. I riferimenti sono alla sabbia del tempo che scorre e alla paura di vede passare il tempo, analizzando il rapporto con i genitori ed in particolare con il padre.
  • Un terzo”, la prima canzone scritta da Le rose e il deserto, parla di quelle che Luca definisce “piccole-grandi paure metropolitane”, tra la vita che va avanti e la nostalgia delle proprie origini.
  • “Pirati” gira intorno al tema del naufragio che, a sua volta, rimanda alle favole raccontate dalle madri ai figli. Non a caso, questo brano è una dedica alla madre di Luca.
  • “Sensi unici” è una canzone che vuole comunicare un sentimento e che vuole trasmettere qualcosa. È, in realtà, una dedica a sua nipote e alle sue responsabilità da zio.
  • “Passi indietro” va molte oltre la sfera personale di Luca, trasmettendo l’insegnamento di non vedere le cose per quello che sembrano ma di prenderle per quello che sono, in tutta la loro realtà, e di andare molto oltre il singolo punto di vista.

Io non sono sabbia è un EP molto interessante anche dal punto di vista sonoro. Non è mai facile riuscire a tenere solide radici nel cantautorato e sbarcare in nuovi generi con sonorità totalmente differenti. L’obiettivo che Luca si era posto era quello di suonare cantautorale ma di avere un tocco più elettro-pop, in maniera originale, senza finire in un estroso it-pop. La sperimentazione ha portato ad una nota stilistica di tutto rispetto, con un carattere intimo ma deciso, dubbioso ma determinato.

Ci sono una mutazione ed un evolversi di fondo attraverso i cinque brani che compongono questo progetto. Il fare ritmato è il filo conduttore delle cinque tracce. La strumentale ha un ruolo centrale, è in perfetta sintonia con i testi marcatamente cantautorali. Grande merito va agli arrangiamenti, che riescono a mettere insieme le influenze pop ed elettroniche più moderne con uno stile classico d’autore.

Come nasce “Io non sono sabbia”?

L’idea di fare un EP e cominciare finalmente a far ascoltare la mia musica è nata durante l’estate 2019. Avevo già tante canzoni pronte (alcune delle quali erano anche finite in una demo che facevo circolare fra addetti ai lavori) e avevo già fatto parecchi live ed aperture importanti, ma mi mancava lo slancio per produrre davvero qualcosa da pubblicare. Poi, durante la scorsa estate appunto, ho scritto “Sabbia” (la canzone che apre l’EP) e dal campeggio in cui ero in vacanza ne ho fatto una registrazione ukulele e voce col telefono. Ho mandato la registrazione a Stefano Morselli delle Manfatture Morselli Recording di Modena (la persona che ha arrangiato, prodotto e registrato l’EP) dicendogli: “Vorrei che questa canzone suonasse un po’ cantautorale ma anche un po’ elettro-pop“. Dopo due giorni, Stefano mi aveva già mandato quella che sarebbe stata la versione praticamente definitiva di “Sabbia”. Sullo slancio di questa prima produzione, durante l’autunno abbiamo scelto altre quattro canzoni da arrangiare sulla stessa linea stilistica e a dicembre abbiamo registrato il tutto. Ed ecco a voi “Io non sono sabbia”.

È indubbio il legame tra il tuo nome d’arte e il titolo del tuo EP. In che modo questi sono legati?

Sì, mi piace giocare con le parole, architettare rimandi, evocare idee, sensazioni, ricordi. Nel caso specifico del titolo dell’EP, “Io non sono sabbia”, la mia volontà è stata di prendere le distanze (fra il serio e lo scherzo) dall’EP stesso e dalle sue canzoni. Da un lato avevo voglia di un EP che suonasse fresco, anche elettronico e pop volendo esagerare, ma dall’altro lato mi sembrava di tradire le mie radici cantautorali. Per cui, appunto, “Io non sono sabbia”, nel senso che Le rose e il deserto non sono quello. Devo dire che poi, ascoltando quelle cinque canzoni nei mesi precedenti all’uscita e ricevendo commenti da chi le ascoltava in privato, questa forma di pudore si è molto addolcita. Per cui oggi direi che Le rose e il deserto non sono SOLO sabbia…c’è un sacco di altro da scoprire e far scoprire.

Come si evolvono le tematiche trattate tra i vari brani?

Io non sono sabbia è fatto di cinque canzoni che parlano di me e delle cose che mi toccano nel profondo. Mi piace sempre dire che per me la scrittura è una forma di autoanalisi.

Sabbia” parla di mio padre e del fatto che, nonostante io abbia ben chiari gli aspetti del suo carattere che non mi piacevano e le cose per cui non volevo assomigliarli, più passano gli anni e più mi ritrovo a riprodurne comportamenti ed atteggiamenti.
Un terzo” parla delle mie paure, di quanto a Milano mi manchi il mare e di quanto mi intristiscano le giornate di sole ‘sprecate’ in ufficio.
Pirati” è una favola, un inno a tutte le persone che da bimbi ci leggevano le favole prime di dormire; di conseguenza è una canzone dedicata alla mia mamma.
Sensi unici” è una canzone che invece ho scritto per la figlia di mio fratello: ho pensato che in qualità di zio, e quindi con meno responsabilità educative, potessi insegnare a questa bimba le cose più sentimentali e poetiche della vita.
Infine, “Passi indietro” è una canzone sui punti di vista, sul fatto che spesso basta fare un paio di passi indietro per vedere le cose da un’angolazione diversa e magari apprezzarle di più.

La tua musica, pur andando sempre nella direzione cantautorale, è piena di elementi di novità. Qual è il filo conduttore, a livello sonoro, di tutte le produzioni?

Come dicevo prima, l’idea era di fare un disco che coniugasse un gusto e una ricerca per la parola di stampo marcatamente cantautorale con sonorità più attuali, fresche e pop. Volevo però che il suono fosse originale, che non scimmiottasse l’it-pop attuale, che non si confondesse fra le mille produzioni un po’ tutte uguali che sentiamo oggi. Per questo, per esempio, nell’EP si è deciso di fare pochissimo ricorso ai synth (quante discussioni ho fatto con Stefano sull’argomento!!!). Penso che il suono che tenga insieme tutto l’EP sia quello del basso (suonato da Claudio, il papà di Stefano, nonché produttore di centinaia di dischi di enorme successo negli ultimi trent’anni). Penso che il basso, anche per la mancanza della chitarra in molte canzoni, svolga il doppio ruolo di sostenere la ritmica ma anche di arricchire le melodie (“Un terzo” ne è un esempio chiarissimo).

“Un terzo” è il brano che aveva anticipato l’uscita di questo progetto. Certo è che gli altri quattro brani lo abbiano completato e arricchito. Quanto ti rappresenta “Io non sono sabbia” in senso artistico?

Inizialmente temevo che avrei percepito l’EP come qualcosa di non mio (vedi appunto la scelta del titolo). Mi ero lanciato nella produzione di un EP elettro-pop, ma sentivo di star tradendo le mie radici cantautorali. In realtà è stata una bellissima collaborazione fra me e Stefano. I testi e le melodie sono miei al 99% mentre gli arrangiamenti sono suoi. Posso tranquillamente dire che “Io non sono sabbia” rappresenta appieno una parte di Le rose e il deserto. Ciò non toglie che prima o poi farò un disco acustico, caldo, con sonorità provenienti dalla world music; chi lo sa, magari proprio per la prossima pubblicazione…

Hai già qualcos’altro in cantiere?

Sarebbe stato molto bello accompagnare l’uscita di “Io non sono sabbia” con un tour promozionale, ma è del tutto infattibile vista la situazione. Speriamo si possa fare qualcosa in autunno. Per il resto, ho un sacco di canzoni già finite che aspettano solo di essere arrangiate e registrate. Ma per ora godiamoci “Io non sono sabbia”.

Le rose e il deserto, dunque, non tradisce le sue radici cantautorali ma riesce ad approdare delicatamente ad un sound più fresco e spensierato, dando prova di avere dei lati tutti nuovi e da scoprire. Andate ad ascoltare Io non sono sabbia e… buon viaggio!

DA

Instagram: @leroseeildeserto_music
Facebook: @leroseeildeserto
YouTube Le rose e il deserto

Credits: AZ Press

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